Diario

Bettino Craxi, lo statista

di Andrea

Ogni anniversario riguardante Bettino Craxi (Milano, 24 febbraio 1934 – Hammamet, 19 gennaio 2000) è destinato a rinfocolare polemiche mai sopite e quasi sempre strumentali alla lotta politico-ideologica conseguente alla fine della Prima Repubblica, di cui Craxi fu appunto uno dei più significativi esponenti.

Ci vorrà del tempo e lo scorrere di molta acqua sotto il ponte della Storia prima che la figura di questo uomo politico possa essere inquadrata nella giusta collocazione nella Storia d’Italia. Del resto, non ci siamo ancora messi d’accordo su Cavour e Garibaldi, figuriamoci su persone vissute ed eventi occorsi soltanto pochi anni fa.

E’ opinione comune, per quanto sofferta da molti, che Bettino Craxi sia stato – nel bene e nel male – uno dei pochi statisti degni di questo nome dell’intera storia del nostro paese. Uno dei più importanti, a prescindere dalla politica da  lui perseguita e dai risultati da lui ottenuti. Su questo si può essere ormai tutti d’accordo.

Bettino Craxi tentò di far proprio quello del recupero di un minimo sindacale di orgoglio e dignità nazionali, a prescindere dai contenuti della sua azione. La sua figura, se confrontata con quelle di tanti cosiddetti statisti passati ma soprattutto presenti, si staglia decisamente più alta della media, e non di poco.

Autore

Andrea

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