Quando morì, il 9 settembre 1998, ci accorgemmo che avevamo impiegato troppo tempo a fare pace con noi stessi e con quei sentimenti che aveva scatenato in noi, o anche semplicemente cantato da par suo. Gli altri sono passati tutti, lui rimane. Ancora oggi ragazzini e ragazzine fischiettano le sue canzoni, innamorandosi al ritmo della metrica dei suoi versi e mandando allo stesso diavolo dei loro padri quel mondo impegnato, politicizzato che avrebbe voluto da lui un messaggio e per fortuna non l’ha mai avuto. Ancora oggi, Mogol parla di lui come di uno sposo che l’ha lasciato vedovo, perché quel sodalizio non era ricomponibile con nessun altro. Ancora oggi, se vogliamo, possiamo chiamarle Emozioni.
Lascia un commento