In principio erano i Consualia, festività della Roma antica così dette perché si tenevano in onore del dio Conso, una divinità minore ma non di scarsa importanza, in quanto sovrintendeva ai granai ed alle provviste per l’inverno. Un dio dal cui capriccio dipendeva insomma nientemeno che la sopravvivenza.
Giulio Cesare dette a Roma un nuovo regime ed un nuovo calendario. Il suo successore Ottaviano Augusto dette un nome ai due mesi aggiunti dal predecessore al calendario, Luglio e Agosto (Julius et Augustus). E stabilì che il primo giorno del secondo mese aggiunto fosse di festa, per consentire agli agricoltori dell’Impero di festeggiare il meritato premio alla loro fatica.
Nacquero così le Feriae Augustanae, o Feriae Augusti, il Riposo di Augusto. Giunte ai giorni nostri con un nome non troppo dissimile, Ferragosto. La Chiesa Cattolica le spostò al 15 del mese, affinché coincidessero con la celebrazione dell’Assunzione in cielo di Maria.
Ai banchetti sull’aia ed alla festa contadina, di cui beneficiavano anche gli animali da tiro e da soma ai quali era concesso lo stesso riposo accordato ai loro padroni umani e che venivano agghindati per l’occasione con ghirlande di fiori, si aggiunsero col tempo giochi e corse dei cavalli.
Una delle quali è giunta fino ai giorni nostri. Il Palio di Siena del 16 agosto, il Palio dell’Assunta, pare affondare la propria origine nella notte dei tempi e risalire ad una di queste feriae. Il Pallium era un drappo di stoffa pregiata che già all’epoca si offriva in premio al vincitore.
Nella foto: Rappresentazione delle Ferie Augustanae nell’Antica Roma, pavimento di una sala della villa romana di Piazza Armerina.
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