Diario

Finalmente, è tempo di votare

di Andrea

La legislatura che si conclude il 25 settembre passerà alla storia come quella che più di ogni altra delle precedenti ha portato allo scoperto tutti i nodi ed i bluff della politica e della prassi costituzionale italiana. Al punto che ormai una riforma profonda delle istituzioni, una nuova Costituente, si impongono come mai prima d’ora.

Per l’ennesima volta, durante la XVIII legislatura, che non a caso si chiude anticipatamente rispetto alla scadenza naturale, le decisioni fondamentali non sono state prese dal popolo o da suoi effettivi rappresentanti. Ma bensì da un anziano signore nominato dai parlamentari di cui è poi per forza di cose debitore e tributario, che ha fatto e disfatto maggioranze e governi accampando la scusa che la Costituzione lo consente, anzi lo impone.

Per l’ennesima volta, al profilarsi all’orizzonte di un’emergenza, il sistema Italia ha risposto non chiamando alle urne il popolo ma dandosi arbitrariamente un governo tecnico. Il governo dei migliori, degli ottimati (non votati) è un vezzo della cultura classica di cui i nostri politici sono stati imbevuti. Non ha mai funzionato, ed anzi è stato libero di fare danni ancora più ingenti non rispondendo ad alcuna maggioranza politica reale.

Autore

Andrea

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