Narra la leggenda che, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini si rifugiarono il giorno 29 gennaio dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio tutti grigi a causa della fuliggine. Da qui la celebre locuzione che definisce i tre giorni alla fine del mese di gennaio i giorni della merla.
Da qui anche la spiegazione favolistica del motivo del dimorfismo sessuale che si osserva nella livrea del merlo, che è bruna-grigia (becco incluso) nelle femmine, mentre è nera brillante (con becco giallo-arancione) nel maschio.
La favola ha più varianti, a seconda delle tradizioni regionali. Nella versione maremmana, i merli in questione erano due fidanzati, maschio e femmina, che riemersero dal loro rifugio scuriti dalla fuliggine, da bianchi che vi erano entrati.
Tutte le versioni concordano su un fatto, codificato dalla antica saggezza contadina: se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; altrimenti, la primavera arriverà in ritardo. Una cosa sola pare certa, le statistiche meteorologiche degli ultimi decenni sembrano in contrasto con il detto popolare.
La credenza non pare avere elementi scientifici a supporto. E’ vero anche che i nostri antenati non avevano a complicare i loro calcoli e le loro osservazioni i moderni mutamenti climatici ed effetti come quello denominato serra con locuzione assai meno accattivante di quella della merla. 🅱️
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