Almanacco

Il Granducato di Toscana

di Andrea

Il 27 agosto 1569 papa Pio V con propria bolla riconobbe e consacrò il Granducato di Toscana, benedicendo la corona del primo Granduca, Cosimo I de’ Medici, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, discendente del ramo cadetto della famiglia.

I Medici, cacciati nel 1494 da Firenze dopo la breve signoria di Piero il Fatuo, figlio del Magnifico Lorenzo, vi erano rientrati nel 1530 con le armi imperiali di Carlo V, e da allora il loro potere era stato sostenuto più dalla investitura imperiale che dal favore popolare.

Nel 1559 la lunga guerra contro Siena si concluse con la vittoria del Duca di Firenze Cosimo, che da quel momento poté riunire sotto di sé le due signorie e i due territori. L’Imperatore aveva già dato il proprio benestare all’annessione, mentre la Chiesa di Roma dette la propria benedizione soltanto dieci anni dopo.

Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana

Per i successivi duecentonovant’anni il signore di Firenze fu Granduca di Toscana ed i discendenti di Cosimo avrebbero tenuto il Granducato fino al 1737, anno in cui la dinastia si estinse con la morte di Gian Gastone.

Secondo il diritto stabilito dalla vecchia bolla papale del 1569, la corona granducale ritornava all’Imperatore Carlo VI d’Asburgo d’Austria, che designò come successore il marito della figlia Maria Teresa, Francesco di Lorena.

L’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa, ultima discendente di sangue della Casa Medici, si vide offerta dal nuovo titolare la reggenza. La rifiutò contentandosi di stipulare con lui il cosiddetto patto di famiglia, grazie a cui assicurava alla Toscana il mantenimento di tutte le sue opere d’arte in cambio della rinuncia a qualsiasi pretesa dinastica.

I nuovi padroni del titolo granducale, gli Asburgo Lorena mantennero la corona fino al 27 aprile 1859, per 122 anni, fintanto che il plebiscito indetto dai patrioti ottenne l’assenso popolare all’annessione al nuovo Regno d’Italia nato con la seconda Guerra di indipendenza, ottenendo l’abdicazione dell’ultimo Granduca Leopoldo II, detto Canapone.

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Andrea

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