Pare che il Fuhrer fosse un grande appassionato di esoterismo e delle scienze ad esso riconducibili: occultismo, cabala, astrologia, numerologia. La sua lucida follia lo spingeva a ricercare nel soprannaturale le ragioni dell’immancabile avverarsi di un destino che aveva profetizzato addirittura millenario per il suo Reich. Non lo avrebbe sorpreso quindi che ci fosse un numero fatidico legato alla storia della Germania.
Il nove, in numerologia, è il numero più importante, quello che riassume e contiene gli otto che lo precedono. Simboleggia l’eternità, il conseguimento finale di un obbiettivo assoluto, l’apertura di nuove strade e nuovi inesplorati destini. Il suo archetipo positivo è il Liberatore, quello negativo è l’Angelo Caduto. Il nove del mese di novembre è stato nel ventesimo secolo in Germania il giorno in cui succedono cose importanti, eventi epocali che cambiano il corso della storia.
Il 9 novembre 1918 il cancelliere tedesco Maximilian Von Baden riuscì ad ottenere dal Kaiser Guglielmo II l’assenso alla sua abdicazione. Inizialmente l’imperatore aveva detto no, malgrado il paese al suo interno fosse scosso dalle rivolte militari e da quelle degli Spartachisti che volevano imitare la rivoluzione bolscevica scoppiata in Russia un anno prima, ed al suo esterno avesse ormai l’esercito alleato al confine, pronto all’invasione.
Il 9 novembre 1919 entrò ufficialmente in vigore la Repubblica di Weimar. Dopo l’abdicazione del Kaiser, mentre le potenze vincitrici della prima guerra mondiale si riunivano a Versailles per redigere il trattato di pace che avrebbe imposto condizioni durissime alla Germania ed ai suoi alleati nel conflitto appena conclusosi, a Weimar, capoluogo della Turingia, si tenne un’assemblea costituente.

Adolf Hitler
Il 9 novembre 1923 un nuovo soggetto si affacciò clamorosamente sulla scena della politica tedesca. Iniziò a farsi un nome un austriaco che aveva combattuto con l’esercito tedesco arrivando al grado di caporale: Adolf Hitler, leader di una delle tante formazioni in cerca di visibilità e gloria: il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi.
A partire dal 9 novembre 1938 Adolf Hitler aveva individuato nel Mein Kampf il nemico principale del popolo tedesco e del nazionalsocialismo: gli Ebrei. Nei primi anni del suo cancellierato le misure discriminatorie e perfino le aperte violenze contro di loro erano state tante, ma il giro di vite definitivo arrivò nel bel mezzo dell’ultimo autunno di pace dell’Europa e del Mondo.

Muro di Berlino: checkpoint
Il 9 novembre 1974 il mondo tornò a guardare verso la Germania con perplessità. Non che fino ad allora l’avesse fatto a cuor leggero. La Guerra Fredda aveva spinto i nuovi belligeranti ex alleati a ricostruire la rispettiva metà della Germania come meglio credevano, rimovendo dalle coscienze qualsiasi senso di colpa per ciò che avevano permesso che accadesse soltanto pochi anni prima. I Russi ad est e gli Americani ad ovest.
Il 9 novembre 1989 la Germania recuperò la libertà e la democrazia perse il 30 gennaio 1933, quando il presidente Hindenburg aveva consegnato il paese a Hitler ed ai nazionalsocialisti sulla scorta del risultato delle elezioni. La Germania cessò di pagare le sue riparazioni per le due guerre mondiali da lei scatenate la notte in cui i Vopos della DDR lasciarono che la gente abbattesse il Muro costruito il 13 agosto 1961. Il 3 ottobre 1990 le due Germanie si riunirono ufficialmente.
Il resto è storia, e chissà se la Germania l’ha imparata
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