John Lennon non era il più simpatico de The Beatles. Il più carismatico, forse sì. Quello che aveva saputo accreditare di sé l’immagine più artistica, più impegnata, prima e dopo la band. Quello che aveva sfidato addirittura l’F.B.I., o peggio ancora la mitologia consolidata presso i fans di tutto il mondo, preferendo Yoko Ono agli altri tre ragazzi di Liverpool.
No, John Lennon non era una persona piacevole, e forse non poteva esserlo. Avendo sofferto da ragazzo la mancanza dei genitori, tendeva a vendicarsi della sua sofferenza sul resto del mondo anche da grande. Gli riusciva meglio un gesto inteso a ferire piuttosto che uno ad esprimere affetto. Un disadattato, forse uno spostato, un bastardello velenoso e pieno di sé, ma di gran talento. Non era il solo ad averlo, tra i Beatles, ma di sicuro fu quello che lo seppe vendere meglio.
C’é un brano in particolare che noi tutti associamo a lui. John Lennon per antonomasia. E’ a nostro giudizio la sua canzone più bella, quella che ha espresso i concetti più nobili e condivisibili. Quella che, per farla breve, musicalmente ha colpito più nel segno. John Lennon è Imagine. Imagine è la storia della nostra adolescenza, del nostro mondo di allora e di quello che sognavamo di vedere un giorno al suo posto.
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