La grande flotta era stata allestita per soccorrere la guarnigione veneziana assediata dai Turchi a Famagosta, ultima fortezza che resisteva a Cipro, e non ripetere l’errore commesso un secolo prima quando Costantinopoli era stata lasciata da sola a vedersela con le armate ottomane di Maometto II. Papa Pio V era riuscito a fare il miracolo riunendo per una volta sotto un unico comando l’Occidente cristiano, cosa che non succedeva dalle Crociate.
La grande flotta allestita grazie alle benedizioni ed alla diplomazia del Papa era destinata soltanto a vendicare la guarnigione veneziana di Famagosta, non potendo giungere in tempo a salvarla. La notizia dell’efferato trattamento subito dai cristiani dopo la resa accelerò l’allestimento dell’Armada, che il 6 ottobre si schierò all’altezza del golfo di Corinto in attesa di quella ottomana che sopraggiungeva da est.
Fu a Lepanto che le due flotte si incontrarono, e fu deciso il destino d’Europa. Agli ordini di Don Giovanni d’Austria le navi cristiane armate dai veneziani, dai genovesi, dal Granduca di Toscana e dagli altri sovrani spagnoli ed italiani assommavano a 210 galere da guerra. Di fronte avevano la flotta turca di Müezzinzade Alì Pascià con 210 galere da guerra ed un centinaio di brigantini corsari.
Tra il Dio cristiano e quello mussulmano, gli Dei del Mare preferirono accordare benevolenza al primo. Don Giovanni attaccò lo schieramento ottomano ricorrendo ad astuzie e tattiche marinare che l’avversario non era in grado di controbattere. Fu una dèbacle per i turchi, che nella battaglia navale persero 180 delle loro navi, 30mila dei loro soldati e 15mila degli schiavi ai remi, liberati dai cristiani.
La battaglia di Lepanto fu una vittoria di valore assoluto per il campo cristiano, anche se la sconfitta per quello mussulmano non fu – militarmente parlando – decisiva. Un anno dopo, la Sublime Porta era già in grado di allestire una nuova flotta che aveva ripreso razzie e scaramucce con quelle dei paesi cristiani, tornati a dividersi e combattersi tra loro come prima e più di prima.
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