Il 28 ottobre 1922 finiva in Italia lo Stato liberale nato dal Risorgimento e cominciava il lungo governo di Benito Mussolini. La Marcia su Roma, il colpo di stato con cui le Camicie Nere del Partito Nazionale Fascista reclamarono e ottennero dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III il potere, cominciò il 28 e si concluse il 31 ottobre 1922, con la sfilata degli squadristi vittoriosi davanti allo stesso sovrano.

Il Duce Benito Mussolini
Fu costituito a Perugia un quartier generale della Marcia, da cui un quadrumvirato di fedelissimi coordinò il raduno delle Camice Nere in varie parti d’Italia, in attesa dell’ordine di balzare su Roma. Mussolini in realtà stava usando quella dimostrazione di forza per indurre il Re a conferirgli un incarico legalmente, spaventandolo con lo spauracchio di una svolta repubblicana in caso di insurrezione.
Il gioco riuscì. I fascisti accampati intorno a Roma erano stimati in circa 30.000 persone, ma gli uomini che avevano dimestichezza con le armi erano pochi. Di fronte, a difesa della capitale, l’esercito italiano agli ordini del Generale Cittadini schierava altrettanti uomini, ma tutti soldati professionisti. Come avrebbe detto in seguito Badoglio, in quel momento il Fascismo avrebbe potuto essere schiacciato in un attimo.
Ma Vittorio Emanuele III dette l’ordine a Cittadini di ritirarsi e dopo frenetiche e infruttuose trattative con altre personalità politiche si risolse alla fine a invitare Mussolini al Quirinale, che vi giunse in treno da Milano, dove era rimasto ad aspettare. Il giorno 30 ottobre gli conferì l’incarico di Primo Ministro. Il 31 mattina le Camice Nere gli sfilarono davanti in una parata.
Lascia un commento