L’atto di nascita ufficiale del gioco del calcio fu redatto a Firenze il 17 febbraio del 1530. Quel giorno vi fu giocata infatti la prima partita di cui si ha memoria scritta. Mentre le armate dell’Imperatore assediavano la città da tempo per imporle il ritorno dei Medici e la fine della Repubblica, i nobili fiorentini decisero di tirare a Carlo V uno schiaffo morale, mettendosi a disputare una partita di quello che un giorno sarebbe stato conosciuto come calcio storico in Piazza Santa Croce.
In realtà, il gioco affondava le sue radici nei tempi dell’Impero Romano, come del resto la stessa città che l’aveva inventato. Florentinum Harspatum era il nome con cui era conosciuto al tempo dei Cesari, e praticato un po’ in tutto il loro dominio. Quella del 1530 dunque fu una delle tante, anche se sicuramente la più celebre delle partite. Il gioco proseguì per i due secoli successivi, per estinguersi praticamente insieme alla dinastia dei Medici.

Il calcio storico in Piazza Santa Croce
Fu il gerarca fascista Alessandro Pavolini nel 1930, per celebrare la ricorrenza del quattrocentesimo anniversario della storica partita-beffa contro Carlo V, a promuovere la ripresa del Calcio Storico fiorentino. Mentre nel frattempo una sua variante aveva germogliato in Inghilterra prima e nel mondo poi sotto il nome di football, il calcio di Firenze riprese quindi la sua epopea nella cornice tradizionale della Piazza dove in ottemperanza al Regolamento del Giuoco del Calcio stilato da Giovanni de’ Bardi nel 1580 si disputava da sempre.
Le sfide calcistiche venivano disputate nei giorni della Festa del Patrono, San Giovanni Battista, con le tradizionali semifinali e finale (il 24 giugno, ricorrenza del Santo) disputate tra i quattro rioni storici della Città: i Bianchi di Santo Spirito, gli Azzurri di Santa Croce, i Rossi di Santa Maria Novella e i Verdi di San Giovanni. Con l’unica interruzione dovuta alla seconda guerra mondiale, il calcio storico ha onorato San Giovanni e Firenze fino ai giorni nostri.
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