Quei nomi scritti in arabo, proprio non ci siamo. Passi che la finale della Supercoppa italiana si giochi a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, anziché a Roma, capitale del paese in cui le squadre finaliste disputano campionato e coppa nazionale. Il dio quattrino ormai impera dovunque. Gli arabi, insieme a cinesi e russi, sono quelli che ne hanno a quanto pare di più da investire, anche nello sport. Bisogna rassegnarsi ormai a vedere le nostre eccellenze – o almeno quelle che una volta erano tali – passare di mano come succede in ogni altro ambito economico e sociale, da quando il nostro paese è tornato ad essere il fanalino di coda della zona del mondo industrializzata.

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