Non contenti di vantare ben tre feste nel calendario, 17 novembre festa del gatto nero, 17 febbraio giornata nazionale del gatto, e 8 agosto giornata internazionale del gatto, i nostri mici annoverano anche un patrono. Non solo quel Francesco d’Assisi che oltre all’Italia protegge anche tutti gli animali domestici o comunque in qualche modo conviventi con l’uomo, ma anche un santo specifico, a loro dedicato. Anzi, una santa: Gertrude di Nivelles.
Gertrude era l’ultima figlia di Pipino di Landen, e per di più femmina. La storia ufficiale dice che Itta, la vedova di Pipino, costruì il monastero di Nivelles e vi si ritirò, seguita a breve distanza dalla figlia Gertrude. In realtà, c’era poca scelta a quel tempo, sia per una vedova che per una figlia femmina che non avrebbe ereditato né titolo né sostanze.
Gertrude ereditò presto dalla madre il titolo di Badessa. E fosse stata genuina o meno la sua vocazione, da quel momento si rivelò una grande Badessa. Fu tra le prime a dedicarsi a quella che sarebbe diventata l’attività principale di ogni monastero europeo dell’Alto Medio Evo, la trascrizione degli antichi manoscritti a cura dei monaci amanuensi, che un giorno avrebbe permesso la rinascita della cultura umanistica.
Gertrude acquisì al suo monastero numerosi testi antichi sopravvissuti ai barbari, diventando ben presto una figura di prestigio nel mondo cristiano. La sua intuizione fu quella di richiamare al monastero una specie di collaboratori ancor più essenziale dei monaci amanuensi. Messi in salvo i testi del mondo antico, adesso bisognava proteggerli da un’insidia ancor più letale di quella dei barbari, tipica del suo come di ogni altro tempo.
Gli antichi Egizi erano stati i primi a intuire le potenzialità dei gatti come animali domestici in quanto presidio anti-ratto e ad accoglierli nelle loro case. Gertrude, da brava Badessa istruita anche sulle cose antiche, riscoprì questa simbiosi precristiana concedendo l’ospitalità nel suo monastero ad una miriade di felini che contribuirono efficacemente a respingere l’invasione barbarica dei roditori.
Per questo motivo Santa Gertrude di Nivelles è stata canonizzata come protettrice dei gatti, oltre che dei pellegrini e dei viandanti, ed è raffigurata nelle immagini del tempo con almeno un felino in braccio. I mici la venerano al pari dei cattolici osservanti, avendo Gertrude permesso loro di superare i secoli bui senza troppe difficoltà. Molto meglio in ogni caso dei loro ospiti umani.
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