Diario

Una giornata per il gatto

di Andrea

Se ci si pensa bene, dal cane – animale domestico per eccellenza e tramandato universalmente come miglior amico dell’uomo – a qualsiasi altro animale addomesticabile, tutti hanno una funzione nell’economia domestica. Sanno fare qualcosa. Dalla guardia, alla caccia, a vari servizi, alla compagnia. Il gatto nemmeno quest’ultima. Sei tu che fai compagnia a lui, quando ne ha bisogno e voglia. Non un istante di meno, non un istante di più.

Vive nelle nostre case senza occuparsi di nulla. Senza padroni, perché in realtà noi siamo coloro a cui permette semplicemente di star loro vicino, di convivere, al limite di occuparsi di loro ma senza prenderci troppo il vizio, senza essere asfissianti. Il cane ha un padrone, il gatto ha un convivente. Il cane fa molte cose, si guadagna la ciotola di cibo abbondantemente. Il gatto nessuna, e non per questo ci sogniamo di lasciarlo a digiuno.

Tra noi cristiani invece, il feeling speciale tra felini e umani conobbe alcuni momenti di appannamento soltanto nei secoli bui del Medioevo, allorché qualche superstizioso intravide nel gatto una incarnazione del maligno. Nelle campagne si diceva che tutti gli animali sono stati creati da Dio, meno il gatto che è stato creato dal Diavolo. Bersaglio principe di tale superstizione fu inevitabilmente il gatto nero, immaginato come alter ego dello stesso Satana.

Anche se soprattutto tra le persone meno istruite certe superstizioni erano (e sono) dure a morire, in epoca recente, nel 1990, alcuni gattofili sentirono il bisogno di dedicare una festa al migliore amico dell’uomo con i baffi. Una rivista specializzata bandì addirittura un referendum per stabilire il giorno in cui la festa sarebbe caduta. Vinse il 17 febbraio, per tutta una serie di motivi tra l’affettivo e l’esoterico.

Febbraio è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, ossia degli spiriti liberi ed anticonformisti come appunto i gatti. Secondo i detti popolari veniva anche definito il mese dei gatti e delle streghe confermando il legame ancestrale tra gatti e magia. Il numero 17 poi, nella nostra tradizione, era ritenuto un numero portatore di sventura, al pari del gatto.

Autore

Andrea

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