Tra il 1983 e il 1986 una grave carestia, peggiorata dalla siccità e dall’instabilità politica, mise in ginocchio la già debole economia etiope, prevalentemente agricola. Si stima che circa un milione di persone morirono in quel periodo.
La devastazione dei raccolti, insieme ai combattimenti con gli eritrei che impedivano il passaggio dei convogli con gli aiuti umanitari ed i rifornimenti, fu la mazzata finale per un popolo in ginocchio incapace di reagire. Le cose si aggravarono ancora di più nel 1986 con la piaga dell’invasione delle locuste del deserto.
Il 28 gennaio del 1985, 45 tra musicisti e cantanti si riunirono in uno studio di Hollywood ed incisero il brano We are the world, composto per la maggior parte da Michael Jackson e Lionel Richie e prodotto da Quincy Jones, senz’altro la canzone più popolare di sempre.
L’idea di fare un brano per una raccolta fondi era stata di Harry Belafonte che tramite il suo manager riunì, appunto, le maggiori celebrità del mondo della musica pop fondando gli USA for Africa (dove USA sta per United Support Artist). Tra i tanti artisti accorsi per questo progetto si annoverano, oltre a quelli già citati, Stevie Wonder, Diana Ross, Bob Dylan, Bruce Springsteen e molti altri.
Nessuno prese compensi, la Columbia Records si accollò totalmente le spese di produzione e distribuzione ed il disco, uscito il 7 marzo dello stesso anno, vinse 4 Grammy Award, l’Oscar della musica, arrivando a vendere più di 10 milioni di dischi e consentendo, insieme ad altre attività legate al progetto, di raccogliere circa 100 milioni di dollari.
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